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Michele Placido e il segreto di una lunga carriera

Bilancio nettamente positivo per l’ottava edizione del Social World Film Festival, che ha trasformato Vico Equense, cittadina balneare in provincia di Napoli, nella capitale intemazionale del cinema sociale. Femminicidio, immigrazione, cyberbullismo… questi alcuni dei temi trattati. Tra i tanti ospiti fortemente voluti dal direttore Giuseppe Alessio Nuzzo, abbiamo incontrato Michele Placido, che ha ricevuto il Premio alla carriera.

Hai incantato i giovani alla tua master class: come li hai trovati? «Preparati, entusiasti, motivati. Sono sempre più convinto che la nuova generazione sa il fatto suo. I ragazzi mi hanno rivolto domande interessanti».

Quali consigli ti senti di dare ai giovani che vogliono intraprendere la carriera artistica Michele Placido?

 

«Do gli stessi consigli che diedero a me: bisogna avere molta pazienza, perché questo tipo di lavoro è precario e terribile,

bisogna sapere aspettare  e avere una  grande passione per il mestiere».

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento Michele Placido

«Ho incontrato grandi maestri, ma sicuramente Vittorio De Sica è stato per me il più grande, perché i suoi film mi hanno formato. Ricordo anche Pietro Germi, regista eccelso, e Mario Monicelli, che è stato per me un secondo padre: mi ha trasmesso la gioia di stare su un set».

 

A quali tuoi film ti senti particolarmente legato?

«Rispondo come regista, perché come attore ce ne sarebbero tanti. Sono legato a Romanzo criminale e a Suburra – La serie».

È vero che stai lavorando a un film su Caravaggio?

«Sì, proprio in questi giorni ho avuto la conferma che la Rai ha deciso di produrlo. Per ora siamo ancora in fase di scrittura».

Chi interpreterà Caravaggio?

«Il personaggio è complesso e ho già in mente tre o quattro attori. Sarà italiano, di più non posso dire».

A tuo parere, come sta il cinema italiano oggi?

«Penso che sia un momento buono, ci sono grandi attori che possono competere a livello intemazionale e che sono richiesti anche all’estero. In Romanzo criminale c’erano Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Claudio Santamaria, Elio Germano, Jasmine Trinca, che subito dopo hanno partecipato a produzioni intemazionali.

 

 

Cosa pensi, da ex commissario Corrado Cattaneo de La piovra, delle numerose serie televisive che hanno per protagonista proprio un commissario?

«Ogni momento storico ha il suo commissario ed è una cosa buona. Forse quello che manca oggi, almeno in alcuni casi, è l’ottima scrittura che rendeva forti i personaggi. Certo, se pensiamo a Montal-bano, gli standard di sceneggiatura sono alti».

Hai interpretato anche Padre Pio. È stato emozionante?

«E stata un’emozione fortissima. Di fronte al misticismo ho le mie sensazioni: le stimmate, i miracoli non mi interessano, a me interessa l’uomo. E Padre Pio è stato un grande uomo, fondamentale per tante persone, di conforto alle persone malate. Anche mia mamma, ad esempio, a 95 anni ha voluto andare a vivere a San Giovanni Rotondo per stare più vicina a lui. Lei gli parla, io sorrido e sono contento della sua fede. Da uomo del Sud sono molto legato alla mia numerosa famiglia e alla mia terra, la Puglia, ma ho dolci ricordi anche di Napoli».

«Lavoravo in Polizia e studiavo»

Come mai?

«Quando ero piccolo, mio padre portava me e i miei fratelli a fare spese a Napoli, una città speciale. Mi sono formato con il teatro di Eduardo, una volta il Maestro mi ha anche chiamato, ma ero già occupato con Francesco Rosi».

Che rapporto hai con i tuoi cinque figli?

«E chi lo dice che sono cinque? La vita è piena di sorprese… scherzo. Abbiamo un
buon rapporto. Racconto loro di me, di quando lavoravo in Polizia e intanto studiavo otto ore al giorno per diventare attore… Ho insegnato loro l’umiltà, la semplicità. D’altra parte anche loro, in quanto attori, soffrono la precarietà del nostro lavoro. Brenno, per esempio, dopo la bellissima serie Tutti pazzi per amore, adesso è fermo, non gli offrono buoni copioni e così si sta occupando di un’azienda vinicola di famiglia in Puglia, Violante ha un figlio bellissimo e sta facendo la mamma. Sia io che loro non facciamo vita da vip. Io provengo da una famiglia numerosa, siamo quaranta tra fratelli, sorelle e nipoti. Alla domenica vado da mia sorella a cucinare, facciamo la spesa insieme al supermercato, mi piace fare le conserve di pomodoro, ’olio. Insomma, amo la vita tranquilla e genuina».

Prossimi progetti?

«Oltre alla realizzazione del film su Caravaggio porterò in giro per i teatri italiani Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello».

 

Articolo tratto da Vero

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