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Niccolò Ferrari torna a ripensare a Nilufar Addati e si rende conto di non essere stato un bravo corteggiatore.

Bello, ricco e… maledettamente sfortunato in amore. Si descrive proprio così Nicolò Ferrari, ex corteggiatore di Uomini e donne, ex “diavoletto” di Temptation Island e rampollo di una famiglia indubbiamente benestante. Ma il veterano di #Riccanza (è nella edizione Deluxe, in onda il martedi alle 22 su canale Sky 130 e in streaming su Novv Tv) è anche un ragazzo concreto, per certi versi d’altri tempi, solare e generoso, come mamma e papà gli hanno insegnato. Perché nascere ricchi è una fortuna, ma fare del bene nei confronti di chi è meno fortunato è un dovere.

«Non ci aspettavamo tutto questo»

Nicolò Ferrari come vivi questo tuo ritorno a Riccanza

«La prima stagione era un esperimento. Eravamo totalmente inconsapevoli di ciò che ci attendeva: mai ci saremmo aspettati un simile impatto mediatico e anche sociale del programma, ne siamo stati travolti. Adesso vivo l’esperienza in modo diverso, avendo in curriculum altre partecipazioni televisive, quindi ho meno timore del giudizio degli altri».

La tua è una storia quasi da bastian contrario. Hai studiato Giurisprudenza, però volevi fare Scienze politiche. Tuo papà vorrebbe affidarti, un domani, l’impresa dì famiglia, però stai facendo televisione.

«Quando nasci in una famiglia di un certo tipo hai la vita un po’ segnata: ho cambiato un sacco di scuole, ho vissuto in Francia, ho studiato in America. Ho sempre avuto una vita programmata fin nei minimi dettagli. Forse inconsciamente l’idea di iniziare un percorso mio, che andasse contro le idee e i sogni dei miei genitori, è stata una sorta di ribellione. Preferisco essere io a scegliere che cosa fare nella vita, non voglio che siano gli altri a decidere per me, anche se sono i miei genitori e lo fanno per il mio bene».

Ma i tuoi genitori Niccolò Ferrari come hanno preso la tua scelta di fare Tv?

«All’inizio l’hanno presa davvero male (ride), soprattutto- mio padre che è un imprenditore vecchio stampo, un po’ vecchia mentalità: quando gliel’ho detto mi ha lanciato un’occhiataccia. Però oggi è il mio primo fan. Di nascosto guardava quello che facevo in televisione e pian piano sono diventato il suo orgoglio con tutti i suoi dipendenti».

Quali sono i valori che ti hanno insegnato i tuoi?

«I miei mi hanno trasmesso tantissimi valori, tra cui quello del denaro: a livello familiare siamo molto impegnati con la filantropia, mio padre per esempio fa donazioni importanti e assume persone che sono state in riformatorio o in carcere, per contribuire al loro reinserimento in società e nel mondo del lavoro. Ecco, aiutare il prossimo è uno degli insegnamenti più grandi che ho ricevuto: sono una persona fortunata, è giusto che io aiuti chi lo è meno

Che cosa significa per te essere Nicolò Ferrari? Tu ti sei definito bello, ricco, famoso ma sfortunato in amore…

«Quello lo sanno tutti, ormai la mia vita amorosa è pubblica. Io ho tante fortune: non sono una persona da buttare via, c’è di meglio ma c’è anche di peggio. Per fortuna sto bene a livello economico, però non poteva andarmi tutto liscio nella vita. Ecco, l’amore non va bene. Inconsciamente penso di essere attratto da soggetti patologici…».


Hai la sindrome del cro-cerossino?

«Sì. Purtroppo cerqe sempre di mettermi nelle situazioni sentimentali più complicate, che mi fanno soffrire. E una cosa orribile, ma non la so ancora gestire. Ho avuto una vita difficile in seguito alla separazione dei miei genitori: tanti trasferimenti, le nuove relazioni dei miei, il matrimonio di mio padre e così via. Avendo un vissuto un po’ particolare ho sempre cercato persone che ne avessero uno come il mio.
Solo che io magari cerco di vedere il lato positivo in ogni cosa, mentre altre persone diventano cupe. Questo è un problema perché all’interno di una relazione io sqno come uno specchio: se tu sei negativa io divento negativo, se sei triste io divento triste. Invece ho bisogno di una persona positiva al mio fianco, di una donna che sia solare, sorridente, che mi faccia star bene e che tiri fuori la mia parte migliore».

Sei stato anche un corteggiatore a Uomini e donne:
quando sei lontano dalle telecamere che tipo di corteggiatore sei?

«Cerco di colpire con la solarità, però sono molto goffo, non mi sento un bravo corteggiatore. Se sono preso dall’altra persona divento un imbranato».

«Come corteggiatore sono un disastro»

Ti vorremmo ricordare che hai fatto il corteggiatore di Nilufar Addati…

«E infatti è stato disastroso! Quando non sono stato scelto hanno pianto sia mia madre che mia sorella, perché sapevano quanto ci tenessi».

Scheda Biografica di Nilufar Addati

Visto che sostieni di essere goffo nell’arte del corteggiamento, ti lasci corteggiare da una donna?

«No, non mi piace una donna che mi corteggia, non mi piace essere corteggiato».

Perché?

«Oggi le ragazze sono più intraprendenti dell’uomo e anche più sfacciate per certi versi, ma a me non piace una donna che si offre su un piatto d’argento dopo appena due ore che l’hai conosciuta. E un tipo di situazione che non mi interessa. Per me è importante che ci sia un percorso da intraprendere per conoscersi meglio. Sono una persona old style in questo senso. Mi piace il corteggiamento, adoro flirtare: non voglio che tutto sia immediato».

Com’è la tua ragazza ideale?

«La ragazza ideale devo conoscerla bene e deve esserci un’intesa mentale importante».

Tratto da VERO

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