Site icon Il Blog di Uomini e Donne

Donato Dodi Battaglia dei Pooh pronto a festeggiare 50 anni di carriera.

Dopo il successo del suo primo album live E la storia continua, Dodi Battaglia è pronto a ripartire con nuovi progetti musicali. Innanzitutto il dvd del suo ultimo tour estivo da solista, poi il grande concerto che si terrà a Bologna il prossimo primo giugno, data in cui Dodi festeggerà le nozze d’oro con la musica.

Stai per tagliare il traguardo dei cinquantanni di carriera, di cui 48 passati insieme con i Pooh.

«Sono stati anni senza fiato (è anche il titolo di una canzone dei Pooh, ndr), pieni di entusiasmo e di gratificazioni immense. Chiunque fa il mio mestiere vorrebbe vivere le emozioni che ho provato io in quel periodo, anche solo in minima parte».

Che cosa porti nel cuore di questi anni Dodi Battaglia?

«A volte, e parlo anche a nome dei miei colleghi, ho l’impressione che quegli anni ci siano un po’ sfuggiti di mano: siamo stati sempre così impegnati a fare bene il nostro mestiere che difficilmente siamo riusciti a fermarci per soppesare quello che avevamo fatto. Abbiamo creduto fortemente in ciò che facevamo senza concederci quegli anni ci siano un po’ sfuggiti di mano: siamo stati sempre così impegnati a fare bene il nostro mestiere che difficilmente siamo riusciti a fermarci per soppesare quello che avevamo fatto. Abbiamo creduto fortemente in ciò che facevamo senza concederci il tempo di crogiolarci sulle cose belle che abbiamo vissuto e creato».

E adesso?

«E arrivato il momento di fermarci a gustare con gli amici quei bei ricordi. La musica ha questo compito: ti riporta a un periodo storico che hai vissuto, a una compagna che frequentavi, a una città che ti ospitava in un determinato momento».

Hai deciso di rimetterti in viaggio, musicalmente parlando, da solo Dodi Battaglia…

«La scorsa estate ho organizzato una tournée, che all’inizio prevedeva circa trenta concerti, diventati poi 50. Ho realizzato un dvd con protagonista proprio il mio tour, uscirà il 17 novembre».

 

Che effetto ti ha fatto salire sul palco… in solitaria Dodi Battaglia?

 

«E la dimostrazione che oggi sto in piedi da solo. Dopo essere salito sul palco con altre persone per cinquantanni, non è così automatico».

Di recente il conservatorio Egidio R. Duni di Matera ti ha conferito una laurea ad honorem in chitarra elettrica…

«L’emozione di ricevere una laurea alla mia età è stata grande: sono uno dei pochi genitori a essersi laureato dopo i figli e poco prima dei nipoti. È stata una sorpresa inaspettata. 1 conservatori di musica, contrariamente alle università, non rilasciano mai lauree honoris causa. Prima di me l’ha ricevuta solo Ennio Morricone».

I tuoi figli hanno seguito le tue orme artistiche ?

«Non ho mai fatto pressione su di loro in questo senso, l’unico che ha intrapreso la carriera artistica è stato Daniele. Inizialmente cantava e credo che se avesse sviluppato la sua capacità vocale avrebbe avuto successo. Ma ha preferito concentrarsi sulla carriera di conduttore radiofonico e televisivo (Daniele è uno dei dj di Radio 105, ndr) e ha trovato un equilibrio. Sara e Serena non hanno mai dimostrato interesse per la musica, al di là del coro della parrocchia. La più piccola, Sonia, che ha 12 anni, ha iniziato a studiare chitarra: è brava e si è iscritta a un corso di canto a scuola».

Com’è cambiato il modo di fare musica Dodi Battaglia?

«Anche se non rimpiango i tempi che furono, oggi consiglierei ai giovani di dare un significato umano alla loro carriera; affinché ciò sia possibile, dovrebbero evitare di dialogare soltanto con il computer e mantenere il contatto diretto con i fan. Questa è da sempre la mia priorità: raccontare qualcosa di me guardando negli occhi la gente che poi viene ad ascoltarmi nelle piazze».

Cosa ne pensi dei talent show Dodi Battaglia?

«Ai miei tempi, dopo aver suonato dal vivo, facevi il giro dei locali per assistere ai concerti degli altri, trovare bravi musicisti e chiedere loro di suonare con te. Oggi non c’è più questo rapporto: basta accendere la televisione per capire chi è il più bravo, perché ha già passato delle selezioni e viene giudicato da una platea molto più ampia. E lo specchio dei tempi. Il talento per la musica, però, va oltre lo schermo della televisione: chi lo possiede veramente riesce a trasmetterlo, in un modo o nell’altro».

Quali sono le tue più grandi passioni?

«Fino a pochi anni fa abitavo fuori Bologna, in campagna: nel mio studio di incisione potevo sbizzarrirmi con le mie chitarre, disseminate ovunque. Adesso che mi sono trasferito in centro faccio lastessa cosa, un po’ meno agevolmente, ma sempre nel mio studio in seminterrato. La mia passione più grande è sperimentare nuovi suoni e brani. Ogni giorno studio almeno due ore».

Hai mai avuto passioni diverse dalla musica Dodi Battaglia?

«Sì, le corse in macchina. Le ho fatte per vent’anni e mi sono tolto anche delle belle soddisfazioni, facendo delle gare e stringendo amicizie».

Claudio Baglioni sarà al timone del prossimo Festival di Sanremo.

«Ammiro moltissimo Claudio dal punto di vista artistico, umanamente lo stimo per la sua correttezza, la sua trasparenza e il suo garbo. E uno degli artisti più rappresentativi del nostro settore, sono davvero felice per lui».

Come ti stai preparando per festeggiare il tuo cinquantesimo anniversario di carriera?

«Pensare di raggiungere questo traguardo mi riempie di gioia. Festeggerò questo importante evento a Bologna, in piazza Maggiore, nella mia città. Milano è la città dell’industria discografica, Roma del cinema e Bologna – come dice De Gregori – è la città degli orchestrali. Il concerto si terrà il primo di giugno del prossimo anno. Insieme a me, sul palcoscenico, ci sarà il mio gruppo oltre a tanti artisti, amici e colleghi».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

«Ne ho uno, in particolare, che mi inebria. Nel corso dei cinquantanni con i Pooh abbiamo sempre portato ai concerti le canzoni più popolari, ma ne esistono anche altre meno conosciute. Quindi ho pensato di organizzare un tour teatrale con tutti i brani mai proposti, li eseguirei con tutte le chitarre che ho utilizzato nella mia vita».

Intervista a  Donato Dodi Battaglia tratta da Vero

Exit mobile version