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Alain Delon ha compiuto 80 anni.

Non ho nessuna paura della vecchiaia. Ho paura delle malattie, dell’inferrmità fisica e mentale. Temo una sedia e rotelle, mica le rughe». Parola di Alain Delon. L’8 novembre l”attore compirà 80 anni, eppure, nonostante i segni dell’età, i capelli bianchi e i problemi di salute (un aritmia cardiaca e un’operazione d’urgenza per un problema del trigemino che gli aveva semi paralizzato il viso), per il secondo anno consecutivo è stato nominato attore più sexy del mondo dalla rivista Glam Mag. Il divo francese dalla bellezza folgorante e ambigua, faccia d’angelo e sguardo di ghiaccio, ha avuto una vita tumultuosa. Dopo un’infanzia ribelle, segnata dalla separazione dei genitori e da ripetute espulsioni da scuola, cominciò a lavorare in una una salumeria, ma a 17 anni piantò tutto e andò a combattere volontario in Indocina. Al ritorno in Francia, dopo cinque anni si ritrovò a Parigi senza un soldo. Fece il facchino, il cameriere, il commesso, poi divenne il giovane amante di un’attrice, Brigitte Auber, che lo introdusse al mondo del cinema.

«Lei recitava, io le portavo le valigie»,

ha raccontato l’attore Alain Delon.

«Ho iniziato a recitare nel 1956 in un film di Yves Allégret, Godot, dove ho avuto la fortuna di scambiare la mia prima battuta con Edwige Feneck».

A valorizzarlo fu Luchino Visconti, con Rocco e i suoi fratelli (1960) e I l gattopardo (1963).

«Di lui»,«mi piacciono il candore malinconico e la tristezza profonda».

Alain Delon e la sua vita , i suoi successi al cinema

 

In mezzo ci fu L’eclisse di Michelangelo Antonioni, nel 1962, dove interpretava un giovane cinico e inaridito. Nella sua affollata filmografia, tanti titoli indimenticabili: Frank Costello faccia d ‘angelo di Melville, La piscina di Deray, Mr. Klein di Losey. Cominciò poi a disertare i set fino al 1998, anno in cui, insieme a Belmondo, interpretò Uno dei due di Patrice Leconte. È stato anche regista, e ha ricevuto premi importanti tra cui l’Orso d’Oro alla carriera nel 1995 al Festival di`Berlino. E nel 2008 è tornato al cinema interpretando con autoironia un narcisista Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi. Nel frattempo non si è fatto mancare nulla. Ha avuto tutte le donne che voleva.

«Non ho mai corteggiato una donna››,

amava dire Alain Delon,

«sono loro che cercano me».

Alain Delon e le sue molte donne

Nel 1958, giovane attore sconosciuto e di belle speranze, conobbe Romy Schneider. Attrice affermta, con lui avrebbe girato il film L’amante pura. Appena lo vide lo trovò troppo bello, troppo giovane, troppo pettinato. Si innamorarono. Stettero insieme cinque anni. Lui la chiamava Puppelé, piccola bambola, ma non rinunciava a collezionare flirt. Da uno di questi, con la cantante Nico, nacque nel 1962 un figlio: Christian Aaron, l°erede che Alain non ha mai riconosciuto. Nel dicembre 1963, innamorato di Nathalie Barthelemy, che diventerà sua moglie e la madre di Anthony, liquidò Romy con un bigliettino lasciato accanto a un mazzo di rose: «Sono in Messico, con Nathalie». Non si dimenticarono mai l”uno dell’altra. La Schneider sul suo diario nel 1977 scrisse:

«L’uomo più importante della mia vita resta Delon››.

Lasciata Nathalie, furono Mireille Darc e Anne Parillaud le donne più note fra le p tante che ebbero una piccola parte nella sua Vita esagerata. Poi sembrò stabìlizzarsi quando, nel 1987, si legò alla modella olandese Rosalie Van Breemen, da cui ebbe due figli: Anoucka nel 1990 e Alain-Fabien nel 1994. Nel 2002. dopo quindici anni, Rosalie lo lasciò e il maschio più desiderato del Novecento era cosi depresso che si fece venire idee suicide. Confesso: «Alla luce della mia esperienza posso dire che non capisco le donne, non le ho mai capite e morirò senza capirle››. Da allora vive solo nella sua tenuta a Douchy. Gli unici a fargli compagnia, gli amati cani: «Hanno tutte le qualità degli umani, ma non i loro difetti. Sono fedeli, amano il loro padrone in modo incondizionato. Se ne fregano del fatto che io sia Delon. Mi amano e basta». Ha anche creato un cimitero per loro, al centro del quale ha fatto erigere una cappella con sei posti: «Uno è per me, gli altri sono per chi vorrà venire a farmi compagnia». Nel 2009, ospite di una puntata dei Migliori anni su Raiuno, ha detto di aver finalmente sconfitto la depressione. Ma il mostro sacro è ormni finito nel dimenticatoio: lo dimostra il sondaggio effettuato in Francia, secondo cui il 55% dei francesi ha di lui una pessima opinione. Ammirano l’attore, contestano l”uomo. Non amano il suo carattere eccessivo, provocatorio, megalomane, antipatico, reazionario. Si irritano per le sue prese di posizione nei con- fronti delle minoranze. Ma lui dalle critiche non si lascia scalfire. Nel 2011 , quando è tornato a recitare a teatro, con la commedia Une journée ordinaire s’è definito un mito vivente:

«Pensate ai grandi personaggi del cinema, io sono come loro, ma in più recito ancora. Se ci pensate è una cosa da non credere. Sono uno dei pochi miti viventi del XXI secolo». Mai stato umile Alain Delon , ma non ha tutti i torti.

Intervista tratta da Visto. Approfondisci su Alain Delon su Wikipedia

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