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Vittorio Sgarbi smaschera Barbara d’Urso e il suo successo.

Vittorio Sgarbi racconta Barbara d’Urso il cui cuore è conteso da due affascinanti maschi. Barbara d’Urso riscuote un consenso stabile e controverso. È stabile, costante e partecipato per le persone semplici in età piuttosto alta, che provano simpatia e condivisione per i suoi modi semplici e diritti. Piace anche ad alcuni giovani, soprattutto a tratte dal mondo dello spettacolo, che la vedono l’idolo e un obiettivo irraggiungibile. È controverso per chi ne sospetta l’artificio, il labile disponibilità a immedesimarsi.

 

Per questo motivo Barbara d’Urso piace meno alle intellettuali e alle ragazze spregiudicate e irriverenti, che la sentono troppo incline a muoversi in un’area definita la forza e debolezza. Forza di comunicazione e debolezza di emotività. Perché Barbara d’Urso gioca tutto sulle emozioni. Si esalta, si commuove, partecipa, soffre. Ed è difficile dire che è vera o se reciti. Chi la critica pensa che reciti. Ma quale sia la verità Barbara d’Urso, io propendo per credere che la sua commozione e partecipazione siano autentici anche se un po’ caricate. È certo che il suo modo di essere e di fare si imprime nella mente. La prova è semplice. Sono almeno tre anni che io Vittorio Sgarbi non vado ospite da Barbara d’Urso, dopo un periodo in cui ero presente tutte le domeniche, e ancora mi vedono con lei. Mi accade spesso di incontrare persone che mi dicono letteralmente

“La vedo sempre dalla d’Urso”

Vittorio Sgarbi sempre da Barbara d’Urso

giovani e vecchi, uomini e donne. Non so come mi vedono ma mi fido. E sembra un’impressione recente, trovata il giorno prima e con una cadenza regolare. In questo caso la notorietà del mio volto, viste altrove, favorisce l’illusione, ma l’interlocutore dice proprio Barbara d’Urso. Non Merlino o altri, con i quali sono stato più frequentemente in tempi recenti. Ciò che è lontano, è rimasto impresso nella memoria più fortemente. È probabilmente per un’importante motivo di più forte vibrazione. Barbara d’Urso crea una situazione confidenziale e coinvolgente. Entra in te, sente con te, anche quando non senti. Così, aveva scritto in una mia sensazione sgradevole in collegio quando un anziano prete mi accarezzò una guancia con la sua guancia, ma escludendo sofferenza o vittimismo. E lei trasformò la mia irritazione e il mio imbarazzo in inquietudine e turbamento. Nell’una e nemmeno l’altra. Non soffrii e non mi turba. Semplicemente nell’andare chi non ci crede, chi è scettico, è perché avverte la distanza tra il mondo di lei e il mondo di quelli che la commuovono, tra la diva e il poco. Barbara d’Urso riproduce il modello materialistico di Sofia Loren, avendo però più esperienza e metodo sul piano professionale.

Stralcio di intervista a Barbara d’Urso realizzata da Vittorio Sgarbi

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